Mentre sta concludendo gli studi al prestigioso Liceo Classico Rosmini, Mickey (come lo chiama il suo mentore Luigi Cavallero) si dedica al giornalismo sportivo nella Torino del 1943, in pieno conflitto mondiale. Grazie a un lasciapassare (al “signor Michele Bongiorno”) rilasciato da “La Stampa”, può girare durante il coprifuoco e una sera Michael-Mickey è testimone oculare di una piazza San Carlo in fiamme mentre si reca in bicicletta al giornale. I parenti torinesi sono tutti sfollati, Mickey passa l’estate 1943 tra i consueti allenamenti, il lavoro in redazione e in tipografia e la preparazione per l’esame di riparazione di matematica per la licenza liceale. Con l’8 settembre, quando via radio Pietro Badoglio comunica l’Armistizio con le forze alleate, l’Italia del nord è sotto il ferreo controllo della Wehrmacht. Michael dovrebbe consegnarsi ai nazisti in quanto cittadino americano, ma compie un atto di coraggio in quei tempi difficili e incerti: si nasconde nel paesino di Sauze d’Oulx in Val di Susa, italianizzato in Salice d’Ulzio, dove si ritrovano forze alleate e partigiani, che lo incaricano di fare il traduttore e il messaggero tra Torino e Milano. Il 22 aprile 1944, durante una tappa della fuga verso la neutrale Svizzera, mentre dorme nella stanza n. 13 di una pensioncina a Cravegna, tra le montagne dell’Ossola, viene catturato dalla Gestapo a seguito di una delazione. Riesce a salvarsi grazie al passaporto statunitense: i nazisti capiscono che può essere una pedina di scambio per liberare soldati tedeschi prigionieri degli Alleati e lo internano nel carcere di San Vittore a Milano. Nei primi 64 giorni resta in isolamento nella cella 89 del sesto raggio, detto “della morte”, e successivamente nel carcere conosce Indro Montanelli, testimone di quanto Michael si prodigasse nello scambio di messaggi tra prigionieri. Assiste agli orrori dei campi di concentramento: prima a Gries (Bolzano), prigioniero 2264, poi nel campo di rieducazione di Reichenau, in Austria, e infine nello Stalag XVIII-A/Z, campo di prigionia a Spittal, in Carinzia, dove si trovano i prigionieri americani e inglesi. Nei primi giorni del gennaio 1945, Mike viene convocato dal comandante del campo, è il primo della lista nello scambio dei prigionieri di guerra tra Stati Uniti e Germania e l’8 febbraio si imbarca a Marsiglia sulla Gripsholm per fare ritorno a New York, dove racconta le sue vicissitudini di guerra alla radio Voice of America, trasmessa anche in Italia. Un ex compagno di studi lo ascolta e avvisa la madre Enrica che Mickey-Michael è vivo e si trova a New York.