L’incontro di Mike con il cinema avviene dopo il primo successo alla radio con Il motivo in maschera, da cui è tratto l’omonimo film di Stefano Canzio del 1955, dove Mike e Lelio Luttazzi interpretano sé stessi. In quegli anni viene chiamato a interpretare anche ruoli drammatici: è uno steward dalle idee progressiste in Ragazze d’oggi, film a colori di Luigi Zampa (1955); è un eroe di guerra in Il prezzo della gloria di Antonio Musu (1956); è un pittore inviso al padre della fidanzata in I miliardari di Guido Malatesta (1956). Mike interpreta ancora sé stesso in Totò lascia o raddoppia?, film di Camillo Mastrocinque sempre del 1956, che sorge dall’enorme successo popolare del quiz televisivo, spostato dal sabato al giovedì sera proprio per le proteste degli esercenti cinematografici. Il dialogo del “dica duca” tra Mike e Totò, girato proprio nel teatro da cui va in onda Lascia o raddoppia?, vale quasi quanto la “lettera” del coevo Totò, Peppino e la… malafemmina. Nel ruolo di sé stesso, Vittorio De Sica lo vuole in un “cammeo” in Il giudizio universale del 1961. Nel 1972, in pieno Rischiatutto, si autoparodizza come Mike Goodmorning nel western La vita, a volte, è molto dura, vero Provvidenza? di Giulio Petroni. Apparizione significativa è il ritorno a Lascia o raddoppia?, ringiovanito di vent’anni, nel film di Ettore Scola del 1974 C’eravamo tanto amati, dove per la prima volta la televisione, e lui stesso, vengono storicizzati in un’opera cinematografica italiana, definendo un’epoca della nostra storia. Chiudono la filmografia due apparizioni come sé stesso, in Sogni mostruosamente proibiti (1982, di Neri Parenti), a fianco del concorrente Fracchia-Paolo Villaggio, e in 20-Venti (2000) di Marco Pozzi.